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Archeologia: origini e significato
Etimologia e settori di indagine
L’archeologia, come si evince dal significato etimologico (dal greco ἀρχαιολογία, composto dalle parole ἀρχαῖος = antico e λόγος = "discorso razionale" o "studio"), è lo studio scientifico dell’antichità; essa si pone pertanto come una scienza storica che trova il suo tratto distintivo nello studio della cultura materiale e figurativa di un popolo e di una civiltà, così come è venuta delineandosi e strutturandosi attraverso i monumenti e tutti quei reperti che ha lasciato e che sono venuti alla luce soprattutto tramite scavi sia episodici, sia metodicamente condotti.
La varietà e la quantità dei reperti da esaminare hanno reso progressivamente necessaria la costituzione di molteplici settori di indagine, in base alla classificazione dei materiali e in relazione alle peculiarità delle civiltà oggetto di studio.
L’archeologia biblica
L’archeologia biblica rientra a pieno titolo nell’archeologia tradizionale in quanto studia reperti antichissimi provenienti da scavi in zone legate direttamente o indirettamente al racconto della Bibbia.
Questa scienza ha pertanto come suo oggetto la comprensione e la ricostruzione delle civiltà e dell'ambiente storico sociale dell’intera area mediorientale, privilegiando la storia del popolo di Israele, che visse l’Antico Testamento, vale a dire il patto originario con Dio.
Il luogo privilegiato di indagine ha dato vita ad una particolare branca costituita dalla Palestinologia. I ritrovamenti più significativi sono senza dubbio quelli che hanno contribuito ad avvalorare l’esistenza di templi, di siti e di città di cui si parla nel testo biblico come, ad esempio, i pozzi di Gibeon e di Siloam, il tempio di Shechem, i tumuli situati ad occidente di Gerusalemme.
L’archeologia cristiana
L’archeologia cristiana si divide in due settori: il primo studia i reperti riguardanti il Nuovo Testamento e, in tale ottica, viene da molti considerato parte dell’Archeologia biblica. In questo ambito a Gerusalemme sono stati ritrovati i resti sia del secondo tempio o Tempio di Erode, sia i resti di un pozzo e di 5 portici che sembrano corrispondere alla descrizione della Piscina di Betzaeta descritta nel Vangelo di Giovanni.
Il secondo settore attiene invece allo studio dei primi secoli dell’era cristiana e perciò, giustamente, viene definito come Archeologia paleocristiana. Essa prende in esame tutte le tracce materiali che implicano non solo resti architettonici e manufatti, ma anche resti biologici ed umani.
L’Archeologia medievale
L’interesse di natura archeologica nei confronti di tutte le testimonianza dei dieci secoli che costituiscono l’età medievale si è sviluppato tardivamente solo a partire dalla seconda metà dell’Ottocento in aree dell’Europa settentrionale come la Gran Bretagna e la Scandinavia, anche in concomitanza con la ricerca sulle origini e sulle identità nazionali.
In tutto il corso dell’Ottocento in Italia il coinvolgimento per il repertorio archeologico medievale restò sempre offuscato dall’enorme rilievo dei reperti archeologici di epoca classica presenti sul nostro territorio e dall’ampiezza della ricerca in quella direzione.
L’archeologia industriale
L’archeologia industriale studia sia i luoghi sia i macchinari tecnologici attraverso i quali si è realizzato il processo di industrializzazione a partire dal Settecento in Inghilterra, e successivamente in Europa e nel resto del mondo occidentale.
La specifica metodologia di questa disciplina si avvale di un metodo complesso, a carattere interdisciplinare, dal momento che richiede l’ausilio di altre discipline concomitanti, legate sia all’architettura e ai processi di pianificazione urbanistica che alle conoscenze scientifiche di marca tecnologica e ingegneristica.
La direzione intrapresa dall’archeologia industriale è stata duplice: da un lato si è determinata come attenzione culturale verso la comprensione del nostro recente passato, che proprio dall’industrializzazione ha tratto la sua maggiore caratterizzazione; la seconda direzione è quella della rivalutazione e del "recupero" di strutture industriali ormai in disuso, ma che, una volta restaurate, sono diventate veri e propri centri espositivi, poli museali e, in non pochi casi, centri di studio e di ricerca.
Altre forma di archeologia
Negli ultimi anni i videogiochi sono diventati sempre più sofisticati, evoluti ed anche costosi. Parallelamente al perfezionamento di giochi e consolle, si è diffuso il fenomeno del recupero e della valorizzazione di videogiochi storici, in particolare di computer che vantano un fascino inalterato tra i primi giocatori: COMMODORE (AMIGA), SEGA MEGADRIVE, il primo NINTENDO.
Perfezionamento delle attrezzature e volontà di conoscere più a fondo specie animali marine, stanno portando alla ribalta anche l'archeologia subaquea, che in realtà si distingue in diverse branche: archeologia navale, sottomarina, lacustre, fluviale.
Il fascino dell'archeologia proibita risiede invece in tutte quelle scoperte che potrebbero far vacillare convinzioni scientifiche acquisite e ormai accettate dal sistema.
Un'opera recente che ha portato nuovamente alla ribalta il tema è "Archeologia proibita. Storia segreta della razza umana", di Michael A. Cremo e Richard L. Thompson.
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